La mostra

IO, [VALERIO]. IL MIO TEMPO. SEI ALLEGORIE PER VALERIO BACIGALUPO, PORTIERE DEL GRANDE TORINO.

La mostra è stata inaugurata lo scorso 18 maggio e proseguirà fino al 14 agosto presso il Museo di Villa Groppallo a Vado Ligure, cittadina che diede i natali proprio al grande portiere scomparso tragicamente a Superga il 4 maggio 1949 insieme a tutta la squadra del Grande Torino, ai tecnici e dirigenti, a tre giornalisti oltre a tutti e quattro i membri dell’equipaggio. Non si salvò nessuno, i morti furono 31.

L’amministrazione comunale ha voluto celebrare il legame mai sciolto con uno dei suoi più illustri concittadini: Valerio Bacigalupo – fratello di Manlio, altro rampollo di una famiglia di calciatori e portieri – che ha militato in maglia granata dal 14 ottobre 1945 insieme a quegli Invincibili che vinsero sei campionati, di cui cinque di fila, restando imbattuti sul Filadelfia, campo di casa, per 100 giornate.

Il mondo del giornalismo pagò anch’esso un tributo pesante alla sciagura di Superga. Morirono i tre giornalisti al seguito della squadra che stava rientrando dalla trasferta di Lisbona per l’amichevole Benfica – Torino, finita 4 a 3 per i portoghesi. Erano Renato Tosatti, della Gazzetta del Popolo, Renato Casalbore, storico fondatore di Tuttosport e Luigi Cavallero de La Stampa. Enorme la commozione dell’Italia intera appena uscita dalle macerie materiali e morali della Seconda Guerra Mondiale.

Settant’anni dopo stupisce la palpabile partecipazione delle persone di ogni età e fede (o non fede) calcistica. Sembra che Superga abbia avuta, in tutta la sua straziante oggettività, la forza di riunire un popolo intero: quegli italiani di ieri che uscirono divisi dalla guerra mondiale e dalla resistenza e che parteciparono in 500 mila ai funerali; insieme con gli italiani di oggi.

La mostra è a ingresso libero e resterà aperta sino al prossimo 14 agosto. Con il patrocinio della FIGC e del Torino FC. Media partner: “La Stampa” e “Tuttosport”. Media supplier “mentelocale.it”. Ricerca storica, curatela, direzione artistica, progettazione sono dello Studiowiki di Savona.

Valerio Bacigalupo ci parla, racconta, stanza dopo stanza, la sua vita; una narrazione che è immersa, inevitabilmente, nel gorgo degli eventi della Grande Storia. Oltre al materiale fornito dalla Famiglia Bacigalupo e dall’Associazione memoria storica Granata che gestisce il Museo del Grande Torino di Grugliasco, la mostra si avvale di contributi video, installazioni immersive e allestimenti di interior design che dialogano con gli spazi della villa e con le opere esposte. Le sei allegorie attraverso le quali Valerio Bacigalupo racconta sé stesso in prima persona sono ispirate alle quattro statue raffiguranti le allegorie della Guerra, del Sacrificio, della Vittoria e della Storia di Arturo Martini, il grande sculture del Ventennio fascista.

Il pretesto dal quale scaturisce la narrazione sono le quattro statue di Arturo Martini, ospitate proprio nel museo omonimo di Villa Groppallo. Far convivere l’arte pittorica e scultorea del Novecento con le gesta e la tragedia del Baci, come veniva chiamato, è stato uno stimolo potentissimo che ha permesso di realizzare una mostra che parlando d’altro parla del calcio e viceversa.

Immersiva e affascinante la prima stanza: siamo sull’aereo, sono le 16.49, mancano 15 minuti allo schianto. Valerio pensa e nel buio sullo schermo si materializzano le immagini. Poi viene la Guerra, anni duri per tutti, anche per Valerio che passava dal Vado FBC alla Cairese per approdare – nell’anno ’44-’45 – al Genova 1893 in prestito dal Savona, squadra nella quale militava.

Segue il Sacrificio. Sono gli anni del fascismo, dalla nascita – avvenuta a Vado nel 1924 – sino alla fine degli anni Trenta. Si termina con la Storia e la Vittoria. 1945-1949: la Torino post bellica, i quattro scudetti, la nazionale di Vittorio Pozzo: i rigori parati, le uscite tanto spericolate quanto acrobatiche. È il personale contributo di Valerio Bacigalupo al calcio di “sistema” sopra quello di “metodo” voluto dall’allora presidente del Torino Ferruccio Novo, magistralmente interpretato dal grande allenatore magiaro di origini ebree Egri Erbstein.

La mostra si chiude con la Morte tragica e la cristallizzazione di quella leggendaria squadra nella memoria collettiva nutrita dal Mito.

La parola chiave è commistione tra l’alto e il basso: pop, calcio, Grande Storia, citazioni letterarie, sino a scomodare addirittura Heidegger, si affastellano in un percorso che può essere goduto con una pluralità di livelli di lettura differenti.

La mostra è a ingresso libero e resterà aperta sino al prossimo 14 agosto. Con il patrocinio della FIGC e del Torino FC. Media partner: “La Stampa” e “Tuttosport”. Media supplier “mentelocale.it”. Ricerca storica, curatela, direzione artistica, progettazione sono dello Studiowiki di Savona.

Colophon

Io, [Valerio]. Il mio tempo. Sei allegorie per Valerio Bacigalupo e il Grande Torino.

Mostra prodotta e promossa dal Comune di Vado Ligure.

Con l’apporto documentaristico del fondo della Famiglia Bacigalupo e del Museo del Grande Torino e della leggenda granata.

Ideazione, progettazione e realizzazione Studiowiki Srl

Direzione artistica e testi Federico Alberto

Ricerca storica Chiara Di Biase, Federico Alberto

Art direction Valeria Morando

Progettazione e direzione allestimento Alessio Lo Muzzo

Montaggio video Samuele Wurtz

Video maker interviste e fotografo Luca Riva

Interviste e ufficio stampa a cura di Elisa Di Padova

Montaggio interviste Alessio Contadini

Web design Enrico Piras

Graphic design Chiara Claus

Assistente di produzione Viviana Sarda